mercoledì 9 gennaio 2013
Storia della Lancia (I° parte)
Erano altri tempi, quelli dell'automobilismo della prima era, quando far funzionare una macchina era già un successo e quelli che, come Vincenzo Lancia, ci correvano, avevano una nozione più chiara dei tecnici di come dovesse essere costruita una vettura. Tant'è vero che durante i primi anni di attività della sua azienda, Lancia ha continuato a correre con le automobili Fiat.
A dimostrazione che voleva fare le cose fatte bene, Lancia lavora per quasi un anno al suo prototipo che esce su strada nel settembre 1907; poi, dopo ulteriori affinamenti, presenta la versione di serie, modello 12/24 HP (in seguito chiamato Alpha) all'inizio del 1908. E già in quel primo modello si evince la vocazione di Lancia: costruire macchine all'avanguardia tecnologica, sia pure in quantità limitate rispetto alla Fiat. Il motore biblocco di 2.545 cc ha un regime massimo di 1800 giri al minuto, molto alto per l'epoca, e sviluppa una potenza di 28 CV.
La trasmissione è cardanica, la più moderna disponibile, e nelle sospensioni si nota che l'assale anteriore invece di essere un pezzo d'acciaio fucinato è fatto di lamiera stampata, molto più leggero e più economico nelle piccole serie; e qui scopriamo un punto di forza: l'importanza delle sospensioni per una buona tenuta di strada.
A questo primo modello, costruito in 108 esemplari, fa seguito il Dialfa, che porta la cilindrata a 3.817 cc e la potenza a 40 CV. Auto già avvenieristica e che verrà costruita in soli 23 esemplari, anche perchè la sua velocità di 110 km/h era ben oltre la capacità di della maggioranza dei guidatori.
Nel 1911 la fabbrica si trasferisce a Borgo San Paolo dove rimarrà per sempre.
La corsa alla perfezione continua e nel 1913 sul modello Theta la Lancia applica per prima in Europa (e seconda nel mondo) il sistema di avviamento elettronico con motorino, batteria e dinamo.
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