La guerra alla quale l'Italia era stata
gettata nel giugno 1940 mise in discussione il lavoro dei nostri
carrozzieri: le varie officine passarono dalle fuoriserie alla
produzione di camion, autocarri, ambulanze, sedili per l'aviazione,
cucine da campo, marmitte... Alla fine della guerra però, l'Italia
era in ginocchio. I più intelligenti tra i carrozzieri capirono che
era conveniente dar vita a complessi industriali specializzati in
costruzioni di carrozzerie per automobili o scocche per autocarri e
pullman.
In Italia l'industria automobilistica
del tempo, la Fiat, la Lancia e l'Alfa Romeo ci sostenne con
possibilità di commesse; all'estero non andò così e questa è una
delle ragioni della scomparsa dei carrozzieri europei e del
confermarsi della carrozzeria italiana come fenomeno rimasto unico al
mondo. Merito anche di Vincenzo Lancia, scomparso nel 1937, grande
tecnico, osservatore e scopritore di talenti, che scommise, affidando
loro lavoro dopo lavoro, sia su Pininfarina, sia su Giovanni Bertone.
Quest'ultimo, trasferitosi a Torino nel 1907, aveva lavorato alla
Diatto e poi aperto bottega nel 1912 per conto suo, per riparare e
costruira carrozze. Nel 1921 aveva vestito la sua prima automobile su
telaio SPA e Lancia fu decisivo nell'incoraggiarlo ad ampliare la sua
attività.
Poi furono anche le corse a dar vita ad
altri carrozzieri, basta pensare alla Touring, nata nel 1926 con
Felice Bianchi Anderloni e diventata famosa negli anni vestendo
macchine da competizione dell'Alfa Romeo, dove lavorava il grande
Enzo Ferrari che, nel 1939, lasciata la casa milanese, tornò a
Modena e fondò quella che ancora oggi è l'azienda mito
dell'automobile in tutto il mondo.
Un altro bravissimo protagonista fu
Giovanni Michelotti, che entrò sedicenne agli Stabilimenti Farina e
poi divenne valente libero professionista lavorando per Vignale,
anche questo un grande nome scomparso.
Ma ritorniamo al dopoguerra: i
carrozzieri di valore avevano sofferto e stretto i denti, ma non si
erano arresi. Erano pronti alla riscossa con qualche progetto nel
cassetto, forse studiato sotto le bombe.
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