domenica 18 novembre 2012
Storia del marchio Bentley
All’inizio del secolo scorso, le automobili non erano prodotti realizzati in serie da enormi gruppi industriali, ma venivano alla luce per merito di pionieri coraggiosi, dei loro sogni e delle loro intuizioni. E cosi anche la storia della Bentley inizia quando il suo fondatore, William Owen Bentley appunto, importatore nel Regno Unito delle auto da corsa francesi DFP, decide di costruire dei motori piu leggeri di quelli allora in commercio, utilizzando leghe di alluminio per la realizzazione di alcune loro parti.
Siamo nel 1913 e i motori costruiti da ‘“W.O.", come tutti chiamavano Mr. Bentley, equipaggiano le DFP e le aiutano ad ottenere una discreta serie di successi nel mondo delle competizioni e anche alcuni record di velocità. Ma il sogno di "W.O." e quello di riuscire a realizzare interamente una vettura cui dare il proprio nome.
Ecco allora che nel 1919 viene fondata la Bentley Motors Ltd. e nel settembre 1921 il primo esemplare di Bentley, equipaggiato con un motore 3 litri da 15,9 CV, viene consegnato ad un cliente.
La storia dell’azienda londinese negli anni successivi è caratterizzata da aspetti contraddittori. Se da un lato, infatti, la presenza vincente alle conipetizioni e il vanto di personaggi illustri tra i clienti permette all’azienda di vendere sempre più vetture, dall’altro, una situazione economica fragile e troppo vincolata da prestiti e ipoteche risalenti al momento della fondazione della società incide negativamente sullo sviluppo della Bentley. E con la crisi mondiale del l929 la situazione precipita e nel l93l la produzione è sospesa e viene insediato un curatore fallimentare.
A soli l2 anni dalla fondazione la Bentley è acquistata dalla rivale Rolls Royce, ma ormai il mito è nato e il suo marchio risplende ancora nel panorama automobilistico mondiale.
La Bentley ha sempre costruito modelli che associavano al lusso e alla cura maniacale dei dettagli un comportamento stradale da sportiva purosangue. L’ultima nata, la Continental Flying Spur, ne è l'esempio di sintesi più significativo: pur avendo lo stesso telaio della coupé Continental GT, è una vettura che trova le sue radici nelle grandi berline degli anni Cinquanta, e più precisamente nelle Bentley "S" e "S2". In mezzo, la Mulsanne Turbo del 1982 è l’anello di congiunzione ideale tra i modelli precedentemente citati.
Tutte e tre le vetture presentano caratteristiche comuni che le posizionavano, e le posizionano tuttora, ai vertici del panorama automobilistico mondiale. La Bentley infatti ha sempre avuto tra gli obiettivi principali la costruzione di vetture tecnologicamente all’avanguardia. Questo slancio verso l’innovazione è testimoniato da alcune scelte che caratterizzano i suoi modelli.
La progettazione di una Bentley si gioca tutta sul delicato equilibrio tra eleganza, comfort di utilizzo e ricerca della prestazione. Le grosse dimensioni, il peso elevato e la comodità degli interni tradiscono infatti un comportamento stradale da vere sportive e molte delle soluzioni adottate mettono in risalto come questo principio sia imprescindibile.
La S2 del 1959 era equipaggiata con un motore da 6.230 cc che erogava una potenza, peraltro mai
dichiarata dalla casa, che si aggirava intorno ai 230 CV. Con un valore cosi elevato questa Bentley, dal peso a secco di quasi due tonnellate. poteva tranquillamente gestire optional allora di nicchia come il servosterzo, il servofreno, il cambio automatico e il condizionatore, senza accusare una diminuzione significativa delle prestazioni. Stesso discorso vale per la Mulsanne Turbo che, quando fu presentata al Salone di Ginevra nel marzo del 1982, dimostrò come la Bentley potesse dare sfoggio, su una vettura di serie, di un grado di sviluppo tecnologico difficilmente raggiungibile all’epoca. Il motore da 6.75 litri ha subito un incremento di potenza di 50 CV senza aumentare la velocità di rotazione e al contempo riuscendo a sopportare senza fatica la spinta aggiuntiva di una turbina Garrett. Con una potenza di 328 CV e una coppia massima di 610 Nm a 2.450 giri, il motore poteva spingere 2.250 chilogrammi a circa 220 km/h. La Flying Spur infine, che vanta addirittura 552 CV di potenza e una coppia che resta quasi costante a 650 Newton/metri dai 1.600 giri fino al limitatore, e, con i suoi 312 chilometri orari, la più veloce Bentley quattro porte della storia.
D’altra parte pero la ricerca della comodità ha inciso sulla decisione di equipaggiare tutti e tre i modelli con un cambio automatico di serie, a quattro rapporti sulla S2, a tre sulla Mulsanne Turbo e a sei sulla Continental Flying Spur, che concede una guida meno faticosa e impegnativa. Sulla Flying Spur il cambio automatico può diventare sequenziale se gestito con le apposite leve situate sul piantone dello sterzo.
Per quanto riguarda le sospensioni si può notare come la S2, alla fine degli anni Cinquanta, utilizzasse uno schema che prevedeva le sospensioni anteriori indipendenti. Nei modelli successivi questo concetto si è evoluto al punto che la Bentley Mulsanne Turbo aveva quattro sospensioni indipendenti e autolivellanti. Sulla Flyiing Spur le sospensioni diventano addirittura pneumatiche e a regolazione progressiva.
Se si osservano le vetture dall'esterno, si nota facilmente come abbiano in comune tutta una serie di elementi stilistici che le rendono immediatamente riconoscibili, sebbene le innovazioni tecniche e aerodinamiche ne abbiano inevitabilmente cambiato degli aspetti.
Prima di tutto, come detto in precedenza, sia la Continental, sia la Mulsanne, sia la S2 sono berline quattro porte di notevoli dimensioni e superano tutte i 5,3 metri di lunghezza. Poi, guardando i cerchi, si nota su tutti i modelli la presenza del caratteristico coprimozzo centrale con lo stemma della "B" alata.
Quando ci si siede su una Bentley, sia essa la S2 del 1959, la Mulsanne Turbo del 1982 o la più recente Flying Spur, ci si cala immediatamente in un ambiente dall'atmosfera inconfondibilmente "british style" caratterizzata dall'armonioso alternarsi di elementi realizzati in pelli pregiate, radica e cromature varie.
In tutti e tre i modelli la cura del dettaglio e la precisione delle finiture e maniacale; basti pensare che in passato la Bentley aveva un allevamento di mucche dal quale ricavava la pelle "connelly" da utilizzare per la costruzione delle proprie vetture.
Inoltre, come per la carrozzeria esterna, molti dettagli sono impreziositi dalla presenza del marchio che spicca ora sul volante, ora sull'orologio del cruscotto, ora sul batticalcagno o sul pedale dell'acceleratore.
Osservando questi tre modelli non si direbbe che la loro storia sia strettamente legata a case automobilistiche diverse, ma la Bentley è stata indipendente per soli 12 anni ed è acquistata prima dalla Rolls Royce e poi, nel 1998, dopo una lunga trattativa con BMW, da Volkswagen.
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