lunedì 29 ottobre 2012
La mitica Lotus Seven
E' ancora in produzione la straordinaria auto creata dal giovane Colin Chapman per poter gareggiare. Lo stesso Colin sicuramente non pensava nel lontano 1957 che una vettura costruita per le competizioni, costruita con pezzi di altre vetture, avrebbe avuto un successo così duraturo.
La Seven è infatti la prima creatura del tecnico inglese che esce dallo stadio dei pochi esemplari costruiti espressamente per le competizioni.
Per permettersi le competizioni, Chapman vende automobili e si ritrova con la vecchia Austin 7 che non riesce a piazzare. Nel garage di fronte a casa della sua fidanzata, a Londra, la smonta e, sulla base del telaio, monta una carrozzeria simile a quella di una barca rovesciata.
PRIMA SERIE
Una vettura costruita per le gare, con un peso ridottissimo (considerando l'anno); da questa base nascono successive evoluzioni: la prima ha l'importante introduzione di avere molte componenti della carrozzeria in alluminio e un motore Ford a valvole laterali. Con quest'automobile Chapman vince diverse competizioni e molti piloti gli chiedono di costruire per loro un'automobile analoga. Nasce così, il 1 Gennaio 1952, la Lotus Engineering, che costruisce artigianalmente in alcuni esemplari, tutti diversi tra loro, ma tutti col telaio dell'Austin Seven; un telaio che manifesta alcuni limiti. Così il costruttore inglese inizia ad elaborare il progetto di un telaio basato su due robusti longheroni, ai quali viene fissata una gabbia di tubi leggeri.
La "Mark 6" viene venduta sia montata, sia in kit, e può essere considerata la diretta antenata della 7, la quale non si prestava solo alla competizioni, ma può essere utilizzata su strada con grande soddisfazione.
Al telaio di base viene applicato un parabrezza dritto e molto semplice ed ecco pronta la versione stradale, alla quale è possibile applicare una capotte in tela.
Il telaio è in tubi d'acciaio di spessore 22 mm e diametro variabile, a seconda della posizione; l'abitacolo è piccolo, da vera auto da corsa, e può ospitare due persone; la vettura risulta agile e veloce.
CARATTERISTICHE
La prima motorizzazione di serie è il Ford 100E di 1172 cc con 28 cavalli a 4500 giri e un rapporto di compressione di 7:1. Questa unità viene montata sulle prime Lotus Seven, abbinata a un cambio a 3 rapporti, sempre Ford. Parallelamente può essere montato il Coventry Climax Sohc di 1098 cc, che assicura una potenza di 75 cavalli a 6250 giri/minuto e un rapporto di compressione di 9,8:1. Il cambio in questo caso è un BMC a quattro rapporti; allo stesso cambio viene abbinato il motore MBC di 948 cc, disponibile in due versioni: con u solo carburatore e potenza di 37 cavalli o con due carburatori (43 cavalli).
La trasmissione è quella della Nash Metropolitan, mentre i freni sono a tamburo; i cerchi sono da 15".
SECONDA SERIE
La seconda serie, prodotta dal luglio 1960 al luglio 1968 beneficia di alcune migliorie tecniche significative, che ne determinano un buon successo commerciale. Se della prima serie ne sono stati prodotti 243 esemplari, la seconda raggiunge le 1.310 unità.
Le altre modifiche riguardano la gamma dei motori, che si amplia con nuove unità di produzione Ford. A partire dal gennaio '61 viene infatti montato il Ford 105E di 997 cc, che eroga una potenza di 39 cavalli a 5.000 giri/minuto.
Sei mesi dopo è disponibile anche il più potente ed elastico Ford Cosworth 109E di 1.340 cc, con 85 cavalli a 5.800 giri/minuto, oppure nella variante SCCA Cosworth, dotato di una coppia motrice più favorevole pur mantenendo la stessa potenza.
Dal mese di settembre 1962 la cilindrata cresce a 1498 cc, con due diverse opportunità:
La prima è la versione Ford 116E standard con 66 CV. Si tratta di un propulsore con aspirazione e scarico sullo stesso lato. Dal punto di vista estetico la seconda serie si contraddistingue per i nuovi parafanghi in materiale composito e di diverso design.
TERZA SERIE
La terza serie semplifica la parte meccanica, adottando gruppi propulsore-cambio esclusivamente Ford. La vettura è disponibile con il nuovo motore della Escort GT di 1298 cc, che è differente dal modello precedente in quanto ha aspirazione da un lato e scarico dall'altro. La potenza è di 72 CV.
Chi desidera più prestazioni può optare per il potente Ford Holbay 1599 cc, 120 CV e rapporto di compressione di 10:1; oppure il Lotus-Ford Twin-Cam di 1558 cc, 125 CV. Per compensare l'aumento di potenza il telaio viene irrobustito con nuove traverse. L'assetto viene rivisto, l'avantreno adotta nuovi elementi derivati dalla Formula 3, con schema a quadrilatero e barre di torsione di maggiore diametro. I freni sono a disco sulle ruote anteriori e a tamburo in quelle posteriori. L'accelerazione è potente, da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi. La frenata è potente e modulata.
Per contro è un'auto davvero scomoda, poco confortevole e con pochissimo spazio per i bagagli.
QUARTA SERIE
La quarta serie subisce u profondo restylingche coinvolge la meccanica e la carrozzeria. Ne vengono prodotte 1.000 tra il 1970 e il '73. Il cambio è il Ford 2000E, mentre il motore è il 4 cilindri Twin-Cam della Ford. Alla fine del 1973 la Lotus cessa la produzione della Seven.
OGGI
Le Catherham Seven adottano nel corso degli anni diverse motorizzazioni e beneficiano di importanti novità, adottando per esempio motori turbocompressi. Ancora oggi la vettura è in produzione con quattro allestimenti e due motorizzazioni: un 1600 da 116 CV e un 2200 da 216 CV. Naturalmente sono omologate euro 4.
giovedì 25 ottobre 2012
Aston Martin V12 Zagato
Presentata nel 2011 come prototipo, viene usata nel circuito di Nurburgring, dove ha stupito tutti per tecnica e potenza. La produzione resta limitata a soli 150 esemplari. La V12 Zagato è la diretta erede della esclusiva One-77, altro stupendo esemplare al top della gamma Aston Martin.
I materiali principali utilizzati sono la fibra di carbonio e l'alluminio; assemblata a mano in maniera scrupolosissima (ogni esemplare richiede duemila ore di lavoro, di cui solo 100 di verniciatura).
L'abitacolo è sportivo ma allo stesso tempo di gran classe e lussuoso, un bel mix di cattiveria ed eleganza devo dire.
Il motore è (ovviamente) un V12 da 6.000 cc con una potenza di 517 cavalli a 6500 giri al minuto e una coppia di 570 Nm. Risultato: una velocità massima di 305 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 in soli 4,2 secondi.
Le chicche sono molteplici: partendo da un albero di trasmissione in fibra di carbonio, sospensioni a quadrilateri, impianto frenante con dischi carboceramici; parafanghi costituiti da sette fogli di alluminio, piegati e uniti tra loro; il divertimento è assicurato, soprattutto in pista, in cui si può dare sfogo ai cavalli.
Il prezzo non è neanche così esagerato come si potrebbe credere: 375.000 euro tasse escluse. Ok, non sono spiccioli, ma questa è una vera dream car studiata nei minimi dettagli e bellissima dentro e fuori.
venerdì 19 ottobre 2012
BMW Gina. Semplicemente fantastica!
La carrozzeria è costituita (o sostituita?) da uno speciale materiale in tessuto innovativo composto da fibra di carbonio e metallo liquido: ultra performante, elastico, idrorepellente e lucido, capace di resistere all'usura e ad ogni condizione atmosferica. Come anticipato precedentemente, la particolarità principale di quest'auto è che cambia forma anche la carrozzeria, grazie a questo speciale tessuto, in grado di adattarsi alle sollecitazioni date dalle parti interne ad esso, mobili e regolabili a piacimento dagli utenti.
Anche i sedili si regolano a piacimento quasi magicamente, come una poltrona massaggiante di quelle che si vedono in certi centri commerciali.
Ma Gina capisce anche che forma deve assumere in base alla velocità a cui si sta procedendo, sistemando l'alettone posteriore all'aumentare della velocità; i fanali compaiono dal nulla e ricordano gli occhi umani, soprattutto quando si apre la carrozzeria come delle palpebre. Il cofano si apre al centro come una camicia, pronto a mostrare il cuore di questa macchina.
Il nome Gina deriva da Geometry and Function in “N” Adaptations, ovvero geometria e funzione in “N” adattamenti, tanti quante sono le esigenze personali. Ha ricevuto ovviamente molti riconoscimenti per l'innovazione, ma non si sa se entrerà in produzione, né il prezzo. Aspettiamo speranzosi in attesa di novità sperando che non serva svaligiare una banca o chiedere un prestito ad un mecenate russo per averla. Sarebbe bello che non fossero sempre i soliti ricconi pieni di soldi gli unici a potersi permettere tecnologia, innovazione ed ecologia.
venerdì 12 ottobre 2012
Bizzarrini GT 5300
La produzione cessò nel 1968, per un totale di sole 133 unità, a cui seguì la Bizzarrini 1900 GT Europa; nel 1969 l'azienda chiude definitivamente.
Il motore è un grintosissimo V8 Chevrolet da 5.358 cc alimentato da un carburatore quadricorpo, per un totale di 365 cavalli a 6.000 giri al minuto; il cambio è a quattro marce. Il peso della vettura è di soli 1.200 kg e la velocità massima varia in base ai rapporti di trasmissione, ma oscilla tra i 250 e i 280 km/h.
lunedì 8 ottobre 2012
McLaren MP4-12C
Una supersportiva con prestazioni davvero interessanti, grazie al potente motore V8 biturbo in posizione centrale longitudinale posteriore, denominato M838T derivato dal motore Nissan utilizzato per la 24 Ore di Le Mans. Il motore è totalmente in alluminio e le bancate formano un angolo di 90°, per una cilindrata di 3.8 cc, sovralimentata da due turbocompressori che lo fanno arrivare a una potenza di ben 600 cavalli a 8.500 giri al minuto, per una velocità massima di 330 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi. La MP4-12C è l'auto con il miglior rapporto potenza/CO2 emessi. Il cambio è automatico a sette marce e doppia frizione e si usa tramite due palette poste ai lati del volante, come molte altre auto sportive di nuova generazione.
Il telaio è interamente in fibra di carbonio, la stessa usata per le monoposto di Formula 1 e pesa solo 80 kg, per un complessivo di 1.300 kg di vettura. Le sospensioni sono collegate tra loro idraulicamente e gestite da un computer con cui si possono utilizzare tre tipi di assetto. I freni hanno i dischi in alluminio forgiato, molto più leggero dei carboceramici, ma leggermente meno performanti, inoltre c'è un sistema di controllo che in frenata la ruota posteriore interna elimina il sottosterzo.
Esiste anche una versione spyder datata luglio 2012, in cui la meccanica resta identica rispetto alla coupè, ma con la differenza che il tettuccio è reclinabile elettronicamente. Il peso è leggermente superiore e le prestazioni ne risentono sensibilmente (-1 km/h di velocità massima).
Nel 2013 uscirà una nuova versione della Mclaren MP4-12C che sarà più potente, arrivando a una potenza di 625 cavalli e avrà più spunto in accelerazione, passando da 0 a 100 in 3,1 secondi (0,2 in meno rispetto alla versione odierna), per una velocità massima di 333 km/h.
Lancia Fulvia Sport Zagato
Considerata una delle auto più belle del design italiano nel dopoguerra, quest'auto ha permesso alla carrozzeria Zagato di iniziare la produzione in serie; da quel momento, nel 1965, si iniziò a produrre con lo stampaggio invece che battendo la lamiera a mano. Le sue carte vincenti erano la leggerezza e l'aerodinamica, il tutto accompagnato da una linea estremamente moderna per quei tempi, disegnata da Ercole Spada. La linea infatti doveva sottolineare la meccanica posta davanti, nel cofano; grazie ad un consistente volume e a dei rigonfiamenti sul cofano l'obiettivo fu centrato. La coda era di tipo fastback, moderna e filante, era un po' la risposta italiana alla Ford Mustang americana. Avrebbe potuto essere utilizzata nelle gare di rally, se non fosse per la delicatezza del telaio, era quindi più adatta alla pista che agli sterrati.
La carrozzeria era in Peraluman, una lega di alluminio, mentre il portellone dietro è sempre rimasto in acciaio. Più avanti, nel 1970 la carrozzeria diventò tutta in acciaio e fu leggermente ridisegnata per un accesso più confortevole da parte delle persone. La produzione terminò nel 1972, dopo aver sfornato ben 6.183 modelli.
La versione sport è di gran interesse storico, composta dalle vetture prodotte artigianalmente su richiesta della squadra corse Lancia. Le motorizzazioni tuttavia restarono quelle delle versioni di serie, tranne sulla sport 1600; i motori sono 1.2 da 80 cavalli, 1.3 da 90 cavalli e 1.6 da 115 cavalli.
Nel 2012 è stata riproposta una versione della Fulvia in chiave moderna, ma io trovo che non abbia personalità e che sia senza fascino. Rovinato un mito...
giovedì 4 ottobre 2012
Lamborghini Reventon
Le luci sono a led; davanti i fanali Bi-Xenon, accoppiati a diodi a emissione di luce. Anche le luci posteriori sono a led. Il display di ultima generazione, incastrato in un incavo intagliato direttamente nell'alluminio, mostra le forze dinamiche di marcia, l'accelerazione e la frenata
Il motore è un potentissimo V12 da 6.500 cc di cilindrata, che sviluppa 650 cavalli e permette alla Reventòn di superare i 330 km/h e passare da 0 a 100 in 3,4 secondi. Il cambio è robotizzato e ispirato alle monoposto, si cambiano le marce con due palette ai lati del volante.
Ricapitolando, semplicemente stupenda e costosa. Un lusso che pochi si son potuti permettere, ma che tutti gli appassionati sognano almeno di poter guidare una sola volta. Ma attenzione a non farsi male: la potenza è nulla senza il controllo, e nonostante l'auto offre molti controlli, alla fine è il conducente che deve essere bravo a leggerli e non esagerare.
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